Per vita residua si intende il periodo di utilizzo (teorico) dove ci sono ragionevoli probabilità che non possano manifestarsi danneggiamenti dovuti al fenomeno della fatica e possa quindi essere garantito un periodo di funzionamento sicuro (S.W.P. Safe Working Period) delle strutture e dei meccanismi di sollevamento fino alla successiva verifica.
Per calcolare la vita residua si considera quanto dichiarato dal cliente, quanto rilevato dall’esame della documentazione della macchina e diventa fondamentale l’esperienza dell’Ingegnere Esperto UNI ISO 9927-1 per valutare la coerenza dei dati ed elaborarli nel modo più realistico possibile.
Occorre infatti fare rifermento alla classe dell’apparecchio calcolata dal costruttore a cui corrisponde uno spettro di carico compatibile con l’utilizzo previsto per il tipo di apparecchio in esame. Oltre alla definizione della Classe è necessario determinare i due parametri fondamentali che sono il Regime di Carico ed il Numero totale di cicli di lavoro al quale devono essere sottratti i cicli effettuati durante la vita della gru.
E’ fondamentale tenere presente che il valore di vita residua teorico calcolato è da considerarsi come puramente indicativo, in quanto altre ragioni oltre l’affaticamento delle strutture possono influenzare e di conseguenza accorciare la vita dell’apparecchio quali, ad esempio, manovre errate, manutenzioni non puntuali, avarie alle parti idrauliche/elettromeccaniche ed agli apparecchi di controllo, variazione della frequenza di utilizzo e del regime di carico, ecc.
A seconda della norma di calcolo utilizzata dal costruttore per la progettazione della macchina, il metodo di calcolo per la valutazione della vita residua teorica può far riferimento alle seguenti norme tecniche: